Malattia e arte
La malattia nell’arte ha un ruolo determinante, proprio come la morte. Per questo i grandi capolavori di ogni epoca acquistano nuova luce se sottoposti a un accurato esame anatomopatologico, capace di rivelare aspetti nuovi e stimolanti non solo per esperti e appassionati d’arte, ma anche per medici e scienziati.
MUNCH ,PITTORE DELL’ANGOSCIA
« Quando vidi la bambina malata per la prima volta – la testa pallida con i vividi capelli rossi contro il bianco cuscino – ebbi un’impressione che scomparve quando mi misi al lavoro. Ho ridipinto questo quadro molte volte durante l’anno – l’ho raschiato, l’ho diluito con la trementina – ho cercato parecchie volte di ritrovare la prima impressione – la pelle trasparente, pallida contro la tela – la bocca tremante – le mani tremanti. Avevo curato troppo la sedia e il bicchiere, ciò distraeva dalla testa. Guardando superficialmente il quadro vedevo soltanto il bicchiere e attorno. Dovevo levare tutto ? No, serviva ad accentuare e dare profondità alla testa. Ho raschiato attorno a metà, ma ho lasciato della materia. Ho scoperto così che le mie ciglia partecipavano alla mia impressione. Le ho suggerite come delle ombre sul dipinto. In qualche modo la testa diventava il dipinto. Apparivano sottili linee orizzontali – periferie – con la testa al centro […] Finalmente smisi, sfinito – avevo raggiunto la prima impressione »
Con la stesura della Fanciulla malata, insomma, Munch intendeva restituire l'«impressione» psicologica, interiore (e non visiva) dell'agonia della sorella quindicenne,anche lei malata di tisi.
BOTTICELLI
“Non mancano ipotesi di turbamento nel famosissimo e stupendo volto della Primavera del Botticelli: un pallore cianotico affiora a ben guardare sul lieve colore rosato del viso e dà al volto della mitica bellezza quasi un’impronta della morte o forse segnale di una nascosta tubercolosi”.
SEGANTINI
Ralizzato nel 1890 dal maestro del Divisionismo Giovanni Segantini (Arco, TN, 1858 - Schafberg, Engadina, CH, 1899), la tempera e olio su tela “Petalo di rosa”, riprende Bice Bugatti, compagna di vita dell’artista.
Attraverso le indagini e i restauri si è rintracciata sotto l’ultimo strato pittorico la presenza del quadro “Tisi galoppante”. Quindi Segantini ridipinge la tela e ne cambia il senso e il titolo. All’inesorabile malattia, spesso mortale, sostituisce con la donna colta nel momento del risveglio l’idea di vita: alla tisi la rosa, alle febbri la freschezza del fiore, in un omaggio alla sensualità dell’amata.
CRISTOBAL ROJAS
La Miseria, di Cristóbal Rojas(1886). L'autore, affetto da tubercolosi, rispecchia l'aspetto sociale della malattia e la sua relazione con le condizioni di vita durante gli ultimi anni del XIX secolo.
Commenti
Posta un commento